Si fa presto a dire natura… Le cose si complicano non appena si cerchi di applicare un improbabile fermoimmagine alla congerie di plurimi significati che questa parola trasporta nel proprio ventre da tempi immemorabili o almeno da quando l’uomo ha cominciato a fare i conti con la realtà che quelle tre sillabe portano con sé, in giro lungo i secoli. Forse allo scopo di definirne la sfera semantica, il moderno pensiero occidentale, tendenzialmente binario, ha poi introdotto la coppia natura/cultura, proposta quasi sempre in salsa conflittuale più che complementare, atteso che ogni divisione contiene il germe dell’opposizione, spinta il più delle volte fino all’esercizio dell’aut aut. «incroci», more solito, non intende assumere in proposito una postura concettuale per così dire frontale, circoscritta e definita, quindi immobile, preferendo invece raccogliere visioni, angolazioni, perlustrazioni ed esperienze le più diverse e diversificate, affidando quindi al lettore il compito di liberare le proprie proiezioni e persino le proprie fantasie, sulla scia geniale di Italo Calvino che, non casualmente, questo numero vuole onorare cogliendo l’occasione del centenario della nascita.
