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Tenere famiglie - incroci n. 40
Tenere famiglie - incroci n. 40
Tenere famiglie - n. 40, luglio-dicembre 2019
ISBN: 9788867174690
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Negli anni caldi della contestazione antiautoritaria, vi fu una corrente antipsichiatrica, il cui leader, Ronald Laing, aveva messo in relazione la malattia mentale con la famiglia, stigmatizzata quale ambiente patogeno […]. Analoga posizione era stata espressa da un altro e più celebre britannico, Winston Churcill, allorquando aveva affermato che «la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora». […] la famiglia rimane un caposaldo socio-culturale, una realtà figliata da millenni di adattamenti comunitari, che andrebbe non demonizzata, bensì aiutata a dare il meglio di sé, dopo averne, però, senza indulgenza conosciuto le contraddizioni e i limiti, a cominciare da quello che è stato chiamato «familismo amorale»: un fenomeno che si ripresenta non solo sotto l’abituale forma della protezione egoistica degli interessi di un ristretto sistema di relazioni, ma anche sotto l’aspetto di quella definita l’ossessione identitaria […] Ogni presunta appartenenza genetica, etnica, culturale o religiosa rischia di chiudere una comunità nella difesa del proprio territorio con atteggiamenti nazionalisti, autoreferenziali, ‘endogamici’, incapaci di ‘incrociarsi’ con altro sangue.
Che i due aspetti – quello del familismo e quello del nazionalismo – siano in relazione biunivoca, lo dimostra il fatto che la famiglia stessa, almeno da una dozzina d’anni, è diventata un vessillo brandito da gruppi politici portatori di un’idea esclusiva e conservatrice delle strutture sociali, essendo probabilmente mossi più dal timore di perdere alcuni privilegi che non da una piena consapevolezza delle effettive ragioni ‘naturali’ e ‘storiche’ della famiglia.
Per proteggere la famiglia da chi potrebbe avere interesse alla sua liquidazione, è il caso di tornare a riflettere sulle caratteristiche storiche che questa istituzione ha assunto a livello globale, al fine di riscoprire, accanto alle sue necessarie modificazioni storiche, anche la sua insostituibile valenza psico-affettiva, quale cellula primaria della società.