Gino Savino – Pino Fumai
"Noi siamo le colonne". Bari dal dopoguerra al boom
"Noi siamo le colonne". Bari dal dopoguerra al boom
Corredato da CD musicale di Bruno Giannini.
Come in un poema epico o nelle genealogie ampollose dei libri mastri del sapere storico questo affresco burlesque che Gino Savino/Clericus e Pino Fumai/Mericano offrono alle stampe è ricco di nomi.
Nomi di protagonisti, di agonisti, di antagonisti, di astanti, di passanti, di narratori e modi picareschi di quella festa irripetibile che fu la goliardia degli anni passati così in fretta. È una sequela di “papiri” restaurati e riordinati per il piacere degli scrittori prima di tutto, e per la delizia del lettore malizioso in secondo giro di ballo.
Il lettore maliziosissimo correrà a comprare il bel tomo per concedersi il piacere di andare a scrutinarlo per trovarsi, per trovare nel catalogo il proprio nome tra gli altri. Bella fatica, bella e istruttiva perché i nomi sono tanti, proprio tanti, nomi colorati e sugosi come maschere, nomi che non sono nomignoli, ma lo sembrano con quei suoni così caratteristici e domestici.
Del resto i nomignoli non mancano e, infatti, a conclusione dei racconti del libro mastro delle memorie, memorie garrule e disincantate, si arriva a contemplare il laicissimo mistero onomastico dell’elenco dei soprannomi. Si va da Babbazz di Colin Romito al Capocch dell’indimenticabile Vincenzo De Giosa passando da un ineffabile Lpommn attribuito a tal Lulù Palmisano ad un richiamo d’autan coloniale del Dubat di Gaetano Sarno. Chi, come me, appartiene ad una generazione derubata della Festa della Matricola, invidierà quella gioia vigorosa e ribalda che i Priori e i Gran Priori ci riferiscono.
E i racconti? Goditeli, lettore curioso, e parti con questa comitiva di ribaldi e scavezzacolli per una rimpatriata colorata e rumorosa nella Bari del faticoso secondo dopoguerra. Incontrerai tanti compagni di viaggio e molti scopriranno che somigliano alla tua gioventù.
“Spzzcat”, come si dice a Bari. E non traduco.
Sulla soglia di quest’arruffato roman de geste ti accoglie un nome, un nome che suona carissimo a chi ha conosciuto l’indimenticabile ragazzo che lo portava: Ciccio Muciaccia.
(dalla presentazione di Michele Mirabella)